venerdì 2 aprile 2010

Dissenso assenso

Terminate le elezioni, c’è chi canta vittoria e chi cerca di minimizzare la sconfitta mentre i cittadini tornano nell’anonimato a rappresentare numeri e statistiche. Proprio i numeri emersi da queste regionali, tuttavia, hanno superato le più rosee aspettative. Ben il 40% degli italiani si è rifiutato di votare e, quindi, di rendersi partecipe di un rito che ormai rasenta la legalità. Il dato espresso in percentuale, di per sé, vuol dire poco. Se però dietro ogni punto percentuale cominciamo a vedere un volto umano, quella statistica diventa devastante.Quindici milioni di persone – su quaranta – non si sentono rappresentate da nessun partito politico. Se a questi sommiamo il milione – milione e mezzo di schede bianche o nulle – e i cinquecentomila voti presi dai grillini, ci ritroviamo quasi un italiano su due che ha espresso il proprio dissenso non solo contro l’attuale governo ma contro il sistema partitocratrico nel suo complesso.
Come al solito le tv e i giornali si sono distinti in negativo confermando, se ancora ce ne fosse bisogno, i loro ruoli da lacché. In questo senso, cosa ci si può aspettare da televisioni soggette al controllo politico o da giornali che sopravvivono con i finanziamenti pubblici? Niente. Infatti, il dato dell’astensionismo – ricordiamo quindici milioni di persone – è stato subito oscurato, lasciando spazio a surreali e inutili dibattiti.
La categoria che ha maggiormente disertato le urne è quella dei giovani. Questa defezione non è avvenuta certamente per le ridicole e fantasiose motivazioni asserite dai politici – “domenica era una bella giornata di sole, è colpa dell’ora legale, mancavano i talk show” – ma perché questo sistema, che penalizza ogni futuro, gli fa schifo.
Per il 50% della popolazione che ha espresso il proprio dissenso, ne esiste un’altrettanta che ha votato. Tra questi troviamo una grossa fetta che proviene dagli apparati; un’altra parte composta dai clientes e favoriti di ogni genere; quel che ne rimane rappresenta chi ha espresso il proprio voto libero e in buona fede.
Da questa disamina si evince con molta evidenza che ai partiti resta solo il proprio potere abusivo. Alla gente questo è ormai chiaro. Speriamo che presto se ne rendano conto anche loro e comincino a liberare le posizioni che hanno occupato illegittimamente (vedi la RAI); a dismettere le clientele che soffocano i meritevoli a vantaggio degli iscritti; insomma, a evitare di “umiliare il cittadino riducendolo a suddito costretto a chiedere come favore ciò che gli spetta di diritto”. Se questo non dovesse verificarsi, la silenziosa e pacifica protesta vista in questa tornata elettorale rischia di trasformarsi in violenza.

Francesco Denaro